Cosa vedere e cosa fare a Peschici: Castello, Centro Storico, Trabucco

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Un tour per visitare e apprezzare le bellezze naturali e la storia di Peschici, dai ritrovamenti archeologici alle affascinanti strutture lignee adibite alla pesca, i trabucchi, alle varie torrette di avvistamento, presenti su tutto il litorale pugliese, che gli Aragonesi fecero erigere a difesa delle coste dall’attacco dei Turchi e tanto altro ancora.

Il Castello di Peschici

Racchiuso nelle mura del Recinto Baronale, fu costruito dai normanni intorno all’anno mille, ma fu solo sotto Federico II, che trovò nuovo splendore e venne costruita la torre detta “Rocca Imperiale”. Il Castello subì diversi interventi e venne quasi completamente rifatto, nel 1240. Le mura sono rinforzate da torrette semicircolari e sono subito a ridosso delle case, da cui spiccano le difese della Porta del Ponte e la Porta di Basso. Posta sopra a queste porte c’era la Torre Nuova che comunicava a destra con Vieste, tramite la Torre di Calalunga e a sinistra con Rodi, tramite la Torre di Montepucci

Il Centro Storico di Peschici

Il Centro Storico di Peschici, molto caratteristico, è caratterizzato da scale e case, spesso ricavate dalla roccia, che degradano verso il mare, con un percorso molto irregolare. Peschici è ricco di negozietti addetti alla vendita di prodotti artigianali locali, di locande, taverne e ristoranti che ad ogni ora del giorno, diffondono nell’aria, i profumi tipici della cucina locale.

Grottone di Manaccora

Sulla Litoranea Peschici – Vieste, si incontra uno tra i siti della costa Garganica, piu` importanti dell’ Età del Bronzo. La storia del Grottone ha inizio in un’ epoca di grande fervore religioso delle genti che abitavano questi siti. Queste genti si misero alla ricerca e alla realizzazione di luoghi idonei al culto e destinati ad ospitare riti propiziatori, come gli ipogei ed i dolmen, o naturali come le grotte, apportandovi, in quest’ultimo caso, i dovuti interventi di riattamento.

Queste grotte furono adibite a santuari e usati per la durata di alcune generazioni; poi seguì un periodo di disuso, al termine del quale alcuni di essi vennero riattivati come sepolcri collettivi. In queste grotte vennero sepolti numerosi individui probabilmente uniti da vincoli di parentela, riccamente adorni di gioielli di bronzo ed ambra. In tempi ormai avanzati dell’età del Bronzo, il grottone conobbe un nuovo capitolo, questa volta a carattere prevalentemente residenziale: le considerevoli dimensioni della cavità consentirono la realizzazione di svariate capanne addossate alle pareti, coperte da tettoie lignee sorrette da pali di legno che sfruttavano come ampio appoggio gli incassi nella roccia.

I Trabucchi di Peschici

Grazie a una cultura ricca di tradizioni, attinta dal contatto con popolazioni antiche ed ingegnose come i Fenici, tra l’altro abili marinai, si deve la realizzazione di imponenti costruzioni lignee, un “piccolo miracolo” dell’intelletto umano dal nome: Trabucco. Il termine: Trabucco, è un termine dialettale, che molto probabilmente deriva dal latino: “trabs-trabis“, dal significato di “legno” o “trave”. Strumenti ingegnosi utilizzati per la pesca, realizzati con pali conficcati nelle rocce e funi che trattengono una grande rete calata in acqua, detta trabocchetto, con la quale si cattura il pesce. Di certo un particolare tipo di pesca, che, da oltre un secolo fa vivere i pescatori di Peschici e delle coste del Gargano, in genere. Una piattaforma su palafitta, idonea per la pesca, il Trabucco costituiva la principale fonte di reddito per gli abitanti di Peschici.

L’impronta di Peschici

Nel marzo del 2001, su un blocco del molo di Peschici , fu ritrovata la prova del passaggio dei dinosauri. La sopraintendenza dei beni archeologici della Puglia ed il comune di Peschici, organizzarono la rimozione e la collocazione del blocco nella piazza del comune. La scoperta dell’impronta la si deve ai geologi dell’università di Ferrara, gli stessi che avevano scoperto le prime impronte garganiche nel territorio di San Marco in Lamis.

Questo ritrovamento è stato possibile grazie a particolari fattori climatici e storici. Le impronte non si conservano facilmemte all’interno delle rocce, infatti solo condizioni particolari, permettono la loro preservazione, per avere un’impronta riconoscibile, è necessario la presenza di un substrato particolare e successivamente di un qualcosa che riempia e conservi la traccia del passaggio. Il ritrovamento di queste impronte, è stato possibile in quanto i sedimenti litificati, hanno permesso l’apertura della roccia lungo i giunti di strato. Sugli strati ricavati da quest’ultima operazione, è stato possibile riconoscere vari tipi di tracce: l’impronta reale, la controimpronta, il riempimento e le sottoimpronte. La maggior parte delle impronte garganiche, come pure quella di Peschici, appartengono alla categoria delle controimpronte, le quali sono una sorta di calco naturale dell’impronta reale.

Il blocco con l’impronta non proviene da Peschici, ma è stato trasportato dalla zona estrattiva di Apricena, moltissimi anni fa. Tale constatazione deriva dal fatto che le rocce presenti a Peschici sono più recenti del Cretaceo (periodo in cui si sono estinti i dinosauri), rocce più datate si possono trovare a profondità abbastanza notevoli, nel mare che costeggia Peschici, dove sicuramente i dinosauri, pur avendo lunghe zampe, non sarebbero comunque potuti arrivare. Dalle caratteristiche sedimentologiche riscontrate nel blocco dell’impronta di Peschici , e dal tipo di impronta, si può ipotizzare che questi sedimenti risalgano al Cretaceo inferiore (120,130 milioni di anni fa).

Per quanto riguarda la famiglia di appartenenza del dinosauro, i dati a disposizione non permettono di distinguere chiaramente a quale famiglia appartenesse, comunque sia, dalla controimpronta si rileva un accenno di artiglio, il che farebbe pensare all’impronta di un carnivoro, appartenente alla famiglia degli Allosauridi.

Il Porto di Peschici

Peschici ebbe un’importanza strategica come porto, infatti già intorno al 1200, il porto di Peschici, fu frequentato per scambi commerciali e come cantiere navale. La presenza di uno scalo marittimo a Peschici, è noto da diverse carte nautiche. I cantieri navali di Peschici fornivano legname per la costruzione di navi e di macchine da guerra, galee e galeoni da usare sia in guerra che per il commercio con i popoli limitrofi. Sempre intorno al 1300 fu costruito anche un faro, per difendere le coste dagli attacchi delle flotte bizantine.

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